Cosa fare per… Comunicare efficacemente
Spesso i familiari provano disagio e frustrazione perché non è semplice capire la persona malata, a volte quasi impossibile. Bisogna pertanto partire dal presupposto che
Ogni comportamento è comunicazione
Questo significa che non bisogna concentrarsi solo sulle parole, ma anche (e soprattutto) sulle azioni e reazioni del familiare. Ad esempio l’anziano può non essere in grado di dire che ha caldo, ma continua a svestirsi.
In questo contesto è necessario diventare creativi e adattare il proprio lessico a quello cui il familiare è abituato usando anche diminutivi e soprannomi per facilitare la conversazione e la relazione.
Non avere paura e mantenere la calma. Le difficoltà di comunicazione sono frustranti, sia per il malato, sia per i familiari e possono provocare reazioni critiche. Ad esempio la persona con demenza può improvvisamente scoppiare in lacrime o arrabbiarsi.
Suggerimenti di cosa fare:
- Parlare alla persona standogli davanti per entrare nel suo campo visivo
- Usare un tono di voce calmo e parlare chiaramente staccando le parole
- Usare parole semplici
- Accompagnare il linguaggio con i gesti
- Formulare una domanda alla volta
- Riformulare i concetti e aiutare a ricordare
- Dare riscontri positivi a compimento (es. “Bravo”, “Molto bene”) accompagnando sempre alle parole i gesti (es. stringendo le mani, toccando la spalla, annuendo, ecc.)
- In caso di utilizzo di parola scorrette, suggerire correzioni e immagini o aiutandosi facendo indicare gli oggetti
Suggerimenti di cosa non fare:
- Usare toni di rimprovero o fare gesti bruschi → può portare alla chiusura della persona
- Usare frasi lunghe e complesse → genera frustrazione e incomprensione
- Fare domande aperte senza dare opzioni di scelta → genera confusione e stress
- Escludere l’anziano dal processo decisionale → diminuisce l’autostima della persona e non lo aiuta nel mantenimento delle abilità residue
- Non usare riscontri negativi → diminuiscono fiducia e autostima
- Mettere fretta alla persona senza darle il tempo di rispondere → genera frustrazione e diminuisce l’autostima facendo si che la prossima volta la persona non tenti neanche di rispondere
- Correggere continuamente il familiare interrompendolo → genera irritazione e scontento