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Interpretare i segnali

Interpretare i segnali

Oggi vogliamo dedicare ancora un po’ di attenzione al caregiver dandovi alcune indicazioni in merito ad alcuni problemi che più frequentemente si incontrano nel decorso della malattia e come provare a gestirli in quanto conoscere le fasi della malattia e i disturbi ad essa associati permette di dare il giusto nome ai segnali che il malato invia e aiuta a non lasciare che sia la patologia a controllarci, ma il contrario.

Come comunicare efficacemente con il malato

I disturbi del linguaggio riguardano la capacità di comprendere e sostenere conversazioni che diminuisce gradualmente con l’avanzare della malattia.

Diventa quindi fondamentale nel tempo dare importanza alla comunicazione non verbale: sguardo, contatto fisico e tono di voce.

Visitate la nostra pagina “Cosa fare per…Comunicare efficacemente” per un approfondimento su questo tema.

Qui vogliamo ricordarvi 4 punti chiave:

  1. Parlare lentamente usando parole semplici in frasi brevi
  2. Accompagnare il linguaggio con i gesti
  3. Non correggere gli errori commessi dal malato
  4. Far percepire la vicinanza emotiva

Il malato, medico di sé stesso

Quando la persona si trova nella fase in cui sta prendendo coscienza della malattia e del suo progredire, molto spesso esterna questo disagio attraverso altri disturbi, come ad esempio il mal di testa. Si parla in questi casi di sintomi da conversione somatica, per esprimere il fatto che il disturbo palesato dalla persona malata è un riflesso appunto del disagio psicologico che sta provando.

E’ importante che il caregiver sia consapevole che questi sintomi auto-riferiti sono un meccanismo di difesa. In questi casi quindi bisogna:

  1. Non contraddire il malato
  2. Non criticarlo negli errori quotidiani che potrebbe scoraggiarlo e isolarlo
  3. Invitarlo a collaborare strutturando la giornata con una routine stabile
  4. Non sostituirsi a lui negli incarichi, ma avere pazienza.

Deliri

Possono esserci diversi tipi di deliri che il malato manifesta nel decorso della malattia, diversi tra loro, ma accomunati dal fatto che ognuno rappresenta una manovra difensiva. Ve ne presentiamo alcuni.

  • Delirio di latrocinio. Una reazione comune al non ricordarsi dove sono stati messi degli oggetti è accusare qualcun’altro di averli nascosti o rubati. Questo delirio p un modo di negare la propria incapacità di ricordare.

COSA FARE → Non perdete tempo a negare o ad arrabbiarvi, ma spostate l’attenzione sull’oggetto per aiutare la persona a ritrovarlo e tranquillizzarsi.

 

  • Delirio di gelosia. Si manifesta come un attaccamento morboso nei confronti delle persone care sulle quali vengono proiettati i cambiamenti di umore. Una reazione tipica è quindi accusare l’altra persona di essere cambiata.

COSA FARE → Non prendetela sul personale in quanto non c’è piena consapevolezza nelle accuse rivolte, ma ammettete che l’eventuale “nervosismo” che mostrate è dovuto alle sfide quotidiane.

 

  • Delirio di megalomania. Il malato che sente di stare perdendo il controllo della propria vita e prende decisioni avventate nel tentativo di riguadagnare il controllo. Spesso queste decisioni riguardano la sfera finanziaria e si manifestano in acquisti importanti, donazioni, ecc.

COSA FARE → In questo caso la questione è molto delicata ed è fondamentale non far sentire il malato un incapace, ma bisogna guidarlo pian piano nella decisione di affidarvi certe decisioni e la gestione finanziaria per aiutarlo ed evitare disagi.

In questi casi, quindi,  il consiglio generale è assecondare la persona, rassicurandola. Minimizzare la paura, negarla o ridicolizzare la persona produce un effetto di allontanamento.

 

Come avrete capito le parole chiavi sono:

PAZIENZA

COMPRENSIONE

FLESSIBILITA’

Prima di salutarvi vogliamo ricordarvi l’articolo pubblicato sui caregiver in cui abbiamo dato alcuni consigli su come arginare i sentimenti spesso diffusidi impotenza e difficoltà a riorganizzare la propria quotidianità. E’ fondamentale non isolarsi e mantenere un rapporto continuativo con il medico di riferimento, in modo da potersi confrontare con personale esperto e approfittare delle offerte che la Comunità mette a disposizione, come il volontariato.

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