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Beh….se non è un paradosso questo! Come è possibile abbinare la parola felicità e malattia? Prima di addentrarci nel merito della questione, condividiamo una frase che, secondo noi, potrebbe e dovrebbe essere valida per ognuno di noi in ogni momento:
La felicità deve essere vissuta momento per momento, nel qui e ora, non deve essere un obiettivo per il domani
Quindi, ritornando a noi … come possiamo parlare di felicità mentre affrontiamo il tema della malattia di Alzheimer? Ebbene, oggi vogliamo cominciare a condividere con voi caregiver il tema dell’approccio capacitante. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme nelle prossime righe 😉
L’approccio capacitante è un modo di vivere il proprio ruolo di caregiver e la convivenza con un malato di Alzheimer che si fonda sulla possibilità di cercare di trarre la massima felicità possibile, e il conseguente benessere da essa derivante, da una situazione sempre in evoluzione che rende difficile proprio questo obiettivo che, diciamocelo, di per sé è sfidante anche nella quotidianità di ognuno.
Prima di approfondire questo approccio dobbiamo considerare un preambolo importante: secondo questa scuola di pensiero esistono delle competenze chiamate competenze elementari che è fondamentale riconoscere e valorizzare per rimodellare il rapporto tra il caregiver e il malato.
Abbiamo deciso di suddividere le competenze dai consigli operativi perché pensiamo che ci siano sufficienti spunti di riflessione anche nel solo considerare queste tre competenze. Essere un caregiver è tutto fuorché semplice soprattutto quando ci sono dei forti sentimenti che ci legano al malato e con questo articolo e quello che seguirà speriamo di poter dare alcuni utili consigli per ricercare una felicità possibile.