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Grazie alla scienza e alle attività di ricerca oggi sappiamo che il nostro cervello è un organo plastico la cui struttura si può modificare se si allenano determinate abilità e che ha una riserva cognitiva fondamentale per la prevenzione delle patologie neurodegenerative.
La stimolazione cognitiva è molto importante e comprende tutte le attività che hanno l’obiettivo di rallentare il deterioramento cognitivo.
E’ proprio sulla base di questo pilastro che abbiamo caratterizzato i nostri Centri Sollievo. Nella pagina Chi Siamo c’è una descrizione di cosa facciamo nei Centri, anche se, le specifiche attività vengono organizzate in base agli ospiti e alla stagionalità. In questo periodo che non possiamo esservi vicini fisicamente, abbiamo pensato di darvi qualche utile idea per continuare queste attività anche a casa.
Per prima cosa è importante che stabiliate una routine, serve a voi per organizzarvi e darvi una linea guida e serve alla persona malata. Come abbiamo, infatti, ripetuto più volte, mantenere delle abitudini costanti aiuta molto i malati. In secondo luogo, non è necessario che ci sia un momento formale della giornata da dedicare alle attività, ma potete inserirle in diversi momenti. C’è una frase del neurologo francese Louis Théophile Joseph Landouzy che esprime molto bene il concetto
È necessario adattare la terapia al paziente, e non il paziente alla terapia
L’elenco degli esercizi di stimolazione cognitiva è molto ampio e ne esistono veramente di tutti i tipi, noi qui ne citiamo alcuni.
Al Centro questa è la nostra attività di partenza in quanto aiuta a contestualizzare le persone nel tempo (che ora, giorno, mese, anno, stagione … siamo?), nello spazio (dove ci troviamo? Cosa dobbiamo fare in questo momento, in questa stanza?) e nell’aspetto “sociale” (come mi chiamo? Come si chiama la persona che è con me?).
Quest’attività può essere riproposta in diversi momenti della giornata ed tanto più utile quanto la si riesce ad integrare alla vita quotidiana. Questo è uno dei casi di “attività informale” in quanto si può caratterizzare come una piacevole chiacchierata ad esempio nel momento della colazione, oppure durante i pasti guardando anche la televisione, o nel corso della giornata in una qualsiasi attività o se si incontra qualcuno (soprattutto se ha fatto od è parte della vita del malato).
Molti anziani erano abituati a fare i conti a mente, sia per lavoro o nella vita quotidiana (ad esempio contare il resto), sia nelle attività ludiche (ad esempio contare i punti del briscola). Se sapete che la persona aveva quest’abilità, si può continuare ad allenarla e sarà fonte di soddisfazione per entrambi. Oltre al calcolo mentale, ci sono anche esercizi per riordinare dei numeri in ordine crescente o decrescente.
L’attività principe che si può fare a casa in questo caso è sicuramente la lettura. Sia nel caso che si legga per conto proprio, sia nel caso si ascolti qualcuno che legge ad alta voce. Una volta letto il testo si possono fare delle domande per aiutare a ricordare i dettagli. Questo si può fare anche ascoltando il telegiornale, per esempio.
Oltre che con la lettura, si possono fare anche delle domande basate su immagini.
In questo caso la scelta è veramente molto ampia e può riguardare giochi (es. memory), oppure l’attività di reminiscenza attraverso il ricordo da fotografie o immagini o infine anche la semplice ripetizione di una lista di parole (come ad esempio la lista della spesa).
La memoria può anche riguardare il ricordare come di fanno certe cose (ad esempio una ricetta).
Molto spesso queste attività permettono di allenare contemporaneamente più abilità (ad esempio nel caso di ripetere una lista si allena oltre alla memoria anche l’attenzione). Infine, potete intervallare delle attività più di “concetto”, con altre più manuali (come ad esempio dei semplici esercizi, una passeggiata, giocare a carte o ad altri giochi da tavola, ecc.).
E’ importante, nell’organizzare il tutto, sia tenere a mente cosa piace all’altra persona, cosa le dà soddisfazione e alternare attività più sfidanti ad altre più semplici in modo da non avvilire, ma motivare, sia considerare che nonostante i vostri sforzi quel momento (o quel giorno) proprio non ci sia nessuna collaborazione. Non abbattetevi e non intestarditevi … come ricordato anche nell’articolo Interpretare i segnali le tre parole chiave sono: PAZIENZA – COMPRENSIONE – FLESSIBILITA’.
Vi lasciamo, ricordandovi che rimaniamo sempre a vostra disposizione nel caso abbiate dubbi o domande su cosa fare o come farlo. Contattateci tramite il sito o la nostra pagina Facebook.