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Secondo alcuni studi un senso alterato dell’odorato è uno dei primi sintomi dell’Alzheimer e del Parkinson. Nei pazienti con diagnosi di Alzheimer (AD) si sono riscontrati maggiori disfunzioni a carico dell’olfatto rispetto al resto della popolazione anziana. Questo è quanto riportano Pinto e colleghi della University of Chicago. Un campione rappresentativo di 2.906 anziani sani tra i 57 e gli 85 anni è stato chiamato ad effettuare un test dell’olfatto, il quale prevedeva di riconoscere e distinguere 5 odori diversi presentati attraverso appositi strumenti (Sniffin’ Sticks) associandoli poi all’immagine o alla parola corretta. Gli stessi soggetti sono stati successivamente intervistati a distanza di 5 anni riguardo il proprio stato di salute. Dalle analisi effettuate è emerso che tra gli anziani che avevano mostrato di avere maggiori difficoltà olfattive la percentuale di malati di AD era doppia rispetto a coloro che avevano superato il test dell’olfatto.
Questi studi sottolineano come per gli altri organi di senso i cambiamenti nell’olfatto possono essere dovuti sia a perdite nell’area cerebrale dell’olfatto che nell’organo deputato a tale funzione. In particolare, le variazioni dell’odorato sono attribuite alla perdita di cellule nei bulbi olfattivi del cervello e ad un calo di cellule sensoriali nelle pareti nasali. Per questo uno dei cambiamenti è l’impossibilità di rilevare fumo, perdite di gas, cibo rovinato.